
RAPIDO SOMMARIO DELLA PRIMA PARTE
- L’origine del nuovo corona virus rimane poco chiara. Una domanda rimane sospesa nell’aria: questo virus è un evento naturale o è prodotto dall’uomo?
- Il 94% degli infetti è asintomatico (nessun sintomo) o paucisintomatico (sintomi leggeri). Nella maggior parte dei casi è una malattia lieve che guarisce in una decina di giorni e senza complicazioni.
- La lotta alla malattia Covid-19 è una corsa contro il tempo, l’intervento medico deve essere tempestivo.
- Ad oggi nessuno ha fornito un piano terapeutico ufficiale.
- L’idrossiclorochina ha dimostrato “sul campo” di essere un trattamento altamente efficace per il Covid-19.
- L’1,24% di tutti gli italiani è risultato positivo al test PCR.
- Il test PCR non è in grado di misurare correttamente la carica virale. Quando il test viene eseguito a 35 cicli o più è inutile e fuorviante. Un test PCR eseguito su 35 cicli di amplificazione darà un valore compreso tra il 50% e il 91% di falsi positivi. L’Italia utilizza tra i 35 e 45 cicli.
- I pazienti ricoverati con sintomi in Italia sono 31.200 cioè il 4,1% di quelli risultati positivi o lo 0,05% di tutti gli italiani.
- Il virus ha un tasso di mortalità (numero di persone decedute a causa della malattia diviso per la popolazione totale) dello 0,09%. Quindi il suo tasso di mortalità è estremamente basso.
- Il 90% dei morti aveva più di ottant’anni e/o aveva altre malattie preesistenti.
- Le ultime stime del tasso di sopravvivenza dal Center for Disease Control (CDC-l’istituto di sanità pubblica degli Stati Uniti) sono:
Età 0-19 … 99,997%
Età 20-49 … 99,98%
Età 50-69 … 99,5%
Età 70+ … 94,6%
DISCLAIMER: Come per la prima parte dell’articolo userò l’Italia come caso di studio.
DUE VISIONI DEL MONDO
Siamo in guerra! Non contro un virus ma contro un pensiero. Le due parti in lotta sono accampate in due visioni del mondo diametralmente opposte.
All’angolo destro troviamo il pensiero attualmente noto come neoliberismo. La sua visione del mondo è radicata nel materialismo estremo, nel nichilismo, nella competizione, nell’edonismo e nella ricerca del potere individuale a tutti i costi. È un pensiero profondamente separativo che promuove e crea conflitti ed ingiustizia. È un pensiero che si ferma al livello della ragione ordinaria. Rispetto ai problemi fondamentali della vita è un pensiero ottuso e spesso criminale che mette la volontà personale contro la volontà del tutto. Non offre possibilità di orientamento nel mondo se non la violenza e la supremazia.
Nell’angolo sinistro troviamo il pensiero attualmente noto come costituzionalismo. È un pensiero spirituale radicato in una coscienza etica universale basata sulla dichiarazione dei diritti dell’uomo. Promuove e crea connessione, collaborazione, pace e giustizia. La sua visione del mondo è radicata nell’intelligenza spirituale e mira a raggiungere un livello di coscienza in cui il cuore e l’intelletto camminano fianco a fianco. Offre molte possibilità di orientamento nel mondo, tutte basate sull’amore e sulla compassione. È un pensiero che mette la volontà personale in armonia con la volontà del tutto.
La guerra tra queste due visioni dell’esperienza umana infuria da quando gli uomini camminano sulla terra. Ovviamente i nomi e le armi sono cambiati nel tempo ma la fondamentale dicotomia di visione è rimasta intatta. È la vecchia e mitologica guerra tra il bene e il male e la crisi del Covid non è altro che l’ultima battaglia.
COME SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO
Per comprendere la nostra situazione attuale, mi sembra imperativo dare un’occhiata a volo d’uccello alla traiettoria storica che ci ha portato dove siamo.
Dopo la rivoluzione russa nell’ottobre del 1917, il sistema economico noto come capitalismo era tenuto sotto controllo da una realtà alternativa chiamata comunismo. Non entreremo nella discussione sui pro e contro di ciascun sistema, ma sottolineiamo semplicemente il fatto che esisteva una dualità di ideologia politica. Ogni sistema doveva dimostrare al proprio popolo che era il migliore.
Questo si è tradotto, in Occidente, nella paura dei leader politici e dell’industria che i lavoratori potessero “diventare rossi”. E questo significava che i lavoratori dovevano essere tenuti contenti. I proventi della crescita erano condivisi, i sindacati forti, i benefici del sistema di welfare generosi e gli investimenti nelle infrastrutture pubbliche elevati. In breve, i paesi capitalisti hanno vissuto uno straordinario periodo di diminuzione della disuguaglianza dagli anni ’20 agli anni ’80, principalmente incorporando un tocco di socialismo nel loro sistema.
Poi il muro di Berlino è venuto giù e una volta crollata l’Unione Sovietica non c’era più bisogno che il capitalismo fosse così generoso. Il fatto sorprendente della fine della guerra fredda è che sia il comunismo che il capitalismo, almeno nella sua versione “più gentile”, sono stati distrutti (scrivo sorprendente ma non dovrebbe sorprendere affatto considerando che entrambi i sistemi non sono altro che due facce della stessa medaglia; entrambe espressioni di materialismo e produttivismo). Il comunismo è diventato una reliquia della storia e il capitalismo è diventato una “lascia libero il toro” (Reagan dixit) stravaganza neoliberista. O, come mi piace chiamarlo, il capitalismo sotto steroidi (e tantissima cocaina importata dal Sud America).
Negli anni ’90 le forze di mercato hanno cominciato a regnare sovrane. Si sono diffuse in tutto il mondo, precisamente nei paesi più poveri; ciò significava beni di consumo a buon mercato ma esercitò anche una pressione al ribasso sui salari. Inoltre non c’era più alcuna necessità politica e/o economica di essere vincolati dall’equità sociale. I governi e le aziende potevano prendere fette molto più grandi della torta del profitto, ridurre i diritti dei lavoratori, rimuovere i benefici e iniziare a smantellare lo stato sociale perché non c’era nessun altro posto dove i lavoratori potevano andare. Se ai cittadini non piacevano queste “riforme” potevano sempre impiccarsi. Invece del trionfo della democrazia, abbiamo assistito al trionfo delle élite.
Poi è arrivata la crisi finanziaria del 2008 che, a chi prestava anche solo vagamente attenzione, ha rivelato il lato oscuro del modello del dopoguerra. La crisi è costata 30 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo eppure non è stata sfruttata come un’opportunità per impostare una seria regolamentazione del mercato finanziario, né una profonda riflessione critica sulle pratiche neoliberiste e le conseguenze in termini di disuguaglianze che ne derivano. Negli Stati Uniti, invece, il presidente Obama ha donato miliardi di dollari a questi sistemi criminali (too big to fail, ricordate?) E in Europa una parola magica era sulla bocca di tutti: austerità!
TAGLI AL SISTEMA SANITARIO
Poco dopo la crisi finanziaria, nel 2011, a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi (sotto ricatto della Banca Centrale Europea e dei mercati finanziari), il presidente italiano Giorgio Napolitano chiese a Mario Monti (un economista, consigliere di Goldman Sachs, membro della commissione trilaterale e uomo di fiducia di mercati speculativi e grandi capitali “no border”) di formare un nuovo governo con un unico scopo imposto dalla Banca Centrale Europea: applicare misure di austerità in Italia (una carneficina per le classi medie e operaie). Lo scopo dell’operazione era smantellare ciò che restava dello stato sociale e far avanzare il programma di privatizzazione. Il governo Monti era la maschera della dittatura dei mercati contro gli interessi del popolo. Era portatore di una visione della politica come pratica intesa a garantire il libero gioco del mercato deregolamentato, libero da ogni tipo di interventismo keynesiano senza impedimenti o rallentamenti.
Una delle prime cose ad essere tagliata dal sistema di welfare fu l’assistenza sanitaria. Il motivo è semplice da spiegare: l’assistenza sanitaria è molto costosa. Inoltre questo ha permesso alla sanità privata di riempire il vuoto lasciato da quella pubblica. E va da sé che l’assistenza sanitaria privata è il luogo in cui gli speculatori possono fare soldi.
Il governo Monti ha imposto uno standard massimo di 3,7 posti letto disponibili ogni mille abitanti, provocando un calo di 26.708 unità. La sua opera fu proseguita dai seguenti governi (Letta, Renzi, Gentiloni e l’attuale Conte).
Negli ultimi dieci anni la sanità pubblica italiana è stata vittima di tagli finanziari per 37 miliardi di Euro. Secondo l’OMS in questo periodo sono scomparsi 70.000 posti letto ospedalieri, così come il 51% dei posti letto per terapia intensiva che sono passati da 575 per 100mila abitanti agli attuali 275. Dal 2007 ad oggi sono stati chiusi 200 ospedali.
I tagli al personale hanno seguito un simile andamento: in quegli anni si sono persi 46.000 dipendenti (medici, infermieri, impiegati del pronto soccorso, medici di famiglia). Ora, con l’emergenza coronavirus in atto, il governo è stato obbligato ad assumere urgentemente 20mila medici e infermieri che, però, non hanno ancora superato l’esame di stato. Sì, avete letto bene, l’attuale pandemia è combattuta da un esercito di studenti.
La situazione del sistema sanitario italiano è simile a quella del servizio sanitario britannico, il famoso NHS. Secondo una ricerca di un think tank vicino al Labour Party, lo “svuotamento” dei finanziamenti al NHS ha causato circa 130.000 morti evitabili negli ultimi 20 anni.
Come ultimo “fatto divertente”, vale la pena sottolineare che un paese dovrebbe rinnovare il proprio piano pandemico ogni 3 anni. A causa dei tagli all’assistenza sanitaria, il piano pandemico italiano risale al 2006.
Vi invito a ricordarvi sempre questi numeri quando la classe politica proclama il suo agire nell’interesse della salute del popolo.
Si potrebbe essere tentati di dare la colpa agli italiani e alla loro passione per la pizza, il vino ed il “fare l’amore”, ma la realtà è che gli stessi principi (distruzione del sistema di welfare) si sono verificati in tutta Europa. E poi è arrivato il Covid.
RESPONSABILITÀ POLITICA
Nel tentativo di venire in difesa dei governi e di mitigare le mie critiche non credo si possa puntare il dito su come è stata gestita la crisi Covid al suo inizio. Si potrebbe dire che siamo stati colpiti da una nuova malattia, sono stati commessi degli errori ma la situazione era insolita ed inaspettata ed i governi hanno cercato di fare del loro meglio. Ma sono passati nove mesi e quella che avrebbe potuto essere magnanimamente classificata come “cattiva gestione sotto pressione” deve ora essere considerata altamente sospetta.
Con i dati in nostro possesso (elencati all’inizio di questo articolo) e cercando di ragionare attraverso un’analisi “rischi e benefici”, ritengo che ci siano solo due possibili spiegazioni per il modo in cui i governi hanno affrontato la crisi: completa inettitudine e idiozia o connivenza con intenti criminali.
Ci sono molteplici elementi che mi fanno pensare che la risposta del governo alla crisi non può essere semplicemente giustificata dall’inettitudine, ma deve essere cercata altrove.
Il più grave di questi è il divieto e l’ostruzione delle autopsie perché considerate pericolose. Da un punto di vista scientifico questa è un’idiozia assoluta! L’autopsia è la base per conoscere e studiare una malattia. È una procedura medica fondamentale ed è stata praticata almeno dai tempi dell’antico Egitto nel 3000 a.C., nel tentativo di comprendere e prevenire le malattie. È incredibile ed inaccettabile che nel 2020, con tutte le necessarie precauzioni tecnologiche a nostra disposizione, un’autopsia possa essere considerata pericolosa dai nostri governi e vietata per tali motivi. Possiamo solo chiederci: perché ciò è stato fatto?
Il secondo elemento sono i molteplici tentativi di impedire, in ogni modo possibile, medici preparati e onesti, che hanno dimostrato di avere molteplici soluzioni per curare la malattia, a fare il loro lavoro. Nella prima parte di questo articolo abbiamo parlato di come l’idrossiclorochina è stata bandita anche se è stata utilizzata per curare migliaia di pazienti. La soppressione, l’oscuramento e il sistematico rifiuto di ogni possibile trattamento a basso costo emerso (vedi plasmaferesi, idrossiclorochina, cortisone…) deve, ancora una volta, farci porre questa semplice domanda: perché?
Terzo, dobbiamo considerare come dall’inizio della crisi sanitaria i medici abbiano implorato i governi di attuare e potenziare le cure da casa. Non appena hanno capito che la tempistica era un fattore chiave nel trattamento della malattia (e questo è accaduto molto presto durante la crisi), hanno stabilito dei protocolli per curare i pazienti da casa. I numeri più recenti dimostrano molto chiaramente l’efficacia di tale approccio: di tutti i pazienti (che sono stati trattati precocemente e da casa) solo il 5% è stato ricoverato in ospedale ed il tasso di mortalità all’interno di queste persone è vicino allo 0%. Sì, avete letto bene: in Italia quasi nessuno è morto di Covid-19 se curato precocemente e da casa. Seguire questi protocolli avrebbe salvato migliaia di vite. Perché questo non è stato fatto?
Quarto, dobbiamo chiederci perché tutte le voci dissenzienti provenienti dal campo medico, indipendentemente dal loro grado di talento e riconoscimento, siano state immediatamente e violentemente silenziate attraverso minacce ed espulsioni dall’ordine medico (una tattica che ricorda l’inquisizione spagnola o i processi a Galileo)? Perché sono state ascoltate solo le voci all’unisono dei medici che cantavano la versione ufficiale? Vale la pena ricordare che la medicina non è una scienza esatta (non è un dogma), procede per tentativi ed errori e condividendo informazioni e punti di vista. Inoltre, tenete presente che non esiste un esperto di Covid-19, semplicemente perché il virus è troppo giovane. La discussione tra esperti è al centro della scoperta scientifica (e guarda caso al centro della democrazia) ma queste discussioni non hanno mai avuto luogo. Perché?
Infine dobbiamo considerare le direttive governative continuamente contraddittorie e confuse. Un buon esempio di questo è il tira e molla di apertura, quindi chiusura, quindi apertura con precauzioni, quindi chiusura di bar, ristoranti e negozi. Questa è una forma di persecuzione dei cittadini che non sanno più cosa fare né come. La ragione, a quanto pare, è stata abbandonata. Se questo era scusabile all’inizio della crisi, non lo è più oggi e deve obbligarci a chiederci, ancora una volta: perché? Perché nessun piano è stato messo in atto se non quello di consigliarci di lavarci le mani e restare a casa?
Come ho detto, vedo solo due possibilità: o siamo governati da persone incompetenti o da criminali. Nel primo caso devono essere rimossi democraticamente dalla loro posizione, nel secondo devono essere giudicati in tribunale.
LOCKDOWN (CONFINAMENTO)
Trovo interessante che l’espressione usata per descrivere il confinamento imposto dai governi sia “lockdown”. Avrebbero potuto scegliere “rimanere a casa” o “restare al riparo”, ad esempio, ma hanno scelto lockdown, un termine che è perlopiù usato nei penitenziari di tutto il mondo per descrivere un protocollo carcerario usato per controllare il movimento dei detenuti. Un protocollo utilizzato per confinare tutti i prigionieri nelle loro celle per impedire la diffusione di rivolte carcerarie o disordini. So che questa verrà letta come “teoria del complotto” da alcuni, ma suggerisco di non sottovalutare mai l’importanza delle parole. Gli esseri umani, dopotutto, definiscono la propria umanità attraverso il logos (dal greco: parola, ragione).
Ma definizioni ed etimologia a parte, è innegabile che la pratica di bloccare interi paesi avrà enormi conseguenze a breve, medio e lungo termine. È chiaro che i confinamenti hanno portato a una serie di conseguenze negative come una ritrattazione economica senza precedenti, stress psicologico, suicidi e le interruzioni di tutte le più importanti istituzioni sociali e democratiche. Questi fattori da soli, combinati con la discutibile efficacia delle politiche di confinamento nella prevenzione dei decessi da Covid-19, dovrebbero incoraggiarci a considerare la vera utilità di queste misure.
Sebbene l’idea di “appiattire la curva” possa essere stata una strategia adeguata all’inizio, per non sovraccaricare gli ospedali, ci sono significative conseguenze non intenzionali (forse) dei confinamenti, specialmente sulla salute pubblica. Inoltre, dobbiamo considerare il fatto che nove mesi di confinamenti “tira e molla” non hanno avuto effetti significativi sulla diffusione del virus. Ma hanno invece avuto un’ effetto sulla salute di cittadini giovani e sani. Su questo argomento vale la pena notare che un recente studio ha dimostrato che la maggior parte dei decessi per Covid-19 si verifica in persone prossime all’aspettativa di vita, mentre le morti indotte da lockdown si verificano in giovani lontani dall’aspettativa di vita, determinando un numero elevato di anni di vita totali persi. Quindi in uno spirito di ragionamento “costi e benefici” dobbiamo chiederci: ne è valsa la pena?
Il dottor David Nabarro dell’OMS sembrava pensare di no, quando ha fatto appello ai leader mondiali dicendo loro di smettere di “usare i confinamenti come metodo di controllo primario” del coronavirus.
Ha affermato che l’unica cosa ottenuta dai confinamenti era la povertà. “I confinamenti hanno una sola conseguenza che non si dovrebbe mai sminuire, e cioè che sta rendendo i poveri molto più poveri”, ha detto. “Noi dell’Organizzazione mondiale della sanità non sosteniamo i confinamenti come mezzo principale di controllo di questo virus”, ha continuato, “L’unica eccezione in cui crediamo che un confinamenti sia giustificato è per guadagnare tempo per riorganizzare, raggruppare, riequilibrare le risorse, proteggere gli operatori sanitari che sono esausti, ma in generale, preferiremmo non farlo “.
Vale anche la pena ricordare che un certo numero di medici esperti provenienti da tutte le parti del mondo si sono riuniti per scrivere una petizione, chiamata Great Barrington Declaration, chiedendo la fine dei confinamenti perché stavano facendo “danni irreparabili”.
Hanno scritto: “In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo gravi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche COVID-19 prevalenti e raccomandiamo un approccio che chiamiamo Protezione mirata” Una strategia che può essere riassunta come segue : “L’adozione di misure per proteggere i vulnerabili dovrebbe essere l’obiettivo centrale delle risposte della sanità pubblica al COVID-19”. La petizione è stata firmata da Sunetra Gupta dell’Università di Oxford, Jay Bhattacharya della Stanford University e Martin Kulldorff dell’Università di Harvard, tra gli altri.
Ora non spetta a me giudicare la qualità e l’efficacia della loro proposta, la mia ignoranza sull’argomento è troppo grande, ma come cittadino vorrei che fosse discussa apertamente piuttosto che messa a tacere a priori.
Quello che è certo è che, secondo le Nazioni Unite, i blocchi potrebbero mettere a grave rischio i mezzi di sussistenza di 1,6 miliardi di persone e potrebbero spingere verso la povertà altri 150 milioni di bambini. Disoccupazione, bancarotte e problemi psicologici hanno raggiunto livelli record in tutto il mondo, come vedremo nel prossimo capitolo.
Sembra quindi chiaro che malgrado chiudere interi paesi, come faresti con una prigione, non hanno portato chiari benefici, stanno avendo dei costi profondi, mortali e duraturi. In altre parole, ci sono più rischi di morire per le conseguenze dei confinamenti che di COVID.
CONSEGUENZE ECONOMICHE E SOCIALI
Un portavoce del Fondo monetario internazionale (FMI) ha affermato: “È molto probabile che quest’anno l’economia globale vivrà la sua peggiore recessione dalla Grande Depressione, superando quella registrata durante la crisi finanziaria globale di dieci anni fa. Si prevede che “Il Grande Lockdown“, come si potrebbe chiamare, ridurrà drasticamente la crescita globale”. La stessa istituzione ha calcolato una contrazione della crescita globale del 3% solo per il 2020. Per avere un’idea comparativa di cosa ciò significhi, lasciatemi sottolineare che il quasi crollo del sistema finanziario globale alla fine del 2008 ha fatto diminuire l’attività globale dello 0,1% nel 2009.
Si prevede che le ricche economie occidentali subiranno una contrazione media del 6,1%. Italia e Spagna, le due economie europee più colpite, vedranno il PIL scendere rispettivamente del 9,1% e dell’8%. Ecco un elenco di alcuni altri paesi:
- USA -5,9%
- Germania -7,0%
- Francia -7,2%
- Regno Unito -6,5%
- Russia -5,5%
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ci ha avvertito che quasi la metà della forza lavoro globale (1,6 miliardi di persone) è in “pericolo immediato di distruzione dei propri mezzi di sussistenza” a causa dell’impatto economico del Covid-19.
Secondo l’ONU:
- altri 207 milioni di persone potrebbero cadere nella povertà estrema a causa del grave impatto a lungo termine della pandemia di coronavirus (personalmente sostengo a causa della gestione politica della pandemia piuttosto che la pandemia stessa), portando il numero totale a oltre un miliardo entro il 2030.
- L’80% della crisi economica persisterà per oltre un decennio.
Chiunque si vanti di un rimbalzo nel prossimo anno o è delirante o bugiardo. Il direttore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, David Beasley, ha avvertito che l’anno 2021 sarà “catastrofico” e ha aggiunto che in una dozzina di paesi la carestia “bussa alla porta”. Ha aggiunto che questo è “l‘anno peggiore di crisi umanitarie” dall’inizio delle Nazioni Unite 75 anni fa.
Inoltre, per la prima volta nei suoi 70 anni di storia, l’UNICEF ha lanciato una campagna di emergenza per aiutare a nutrire i bambini nel Regno Unito. Secondo l’UNICEF, 2,4 milioni di bambini britannici crescono già in famiglie con insicurezza alimentare e più di un quinto di queste famiglie ha sofferto la fame durante i confinamenti a causa di difficoltà finanziarie.
A Roma gli aiuti alimentari sono aumentati del 600%.
In Italia più della metà delle aziende del Paese (51,5%) afferma che la liquidità potrebbe non essere sufficiente per far fronte alle spese dell’anno in corso. La situazione peggiora con il diminuire delle dimensioni dell’azienda.
Disoccupazione, fallimenti e problemi psicologici hanno raggiunto livelli record in tutto il mondo.
Solo in Italia:
- I suicidi sono aumentati del 15%
- I tentativi di suicidio sono aumentati del 40%
- I femminicidi sono aumentati del 15%
- La violenza sui bambini è aumentata del 20%
- Il consumo di ansiolitici è aumentato di 3 volte.
- Il trauma psicologico viene conteggiato in milioni di nuovi casi (uno studio recente ha rilevato che 3 bambini su 4 hanno avuto qualche tipo di trauma psicologico durante la crisi)
- 4 milioni di visite mediche sono state rinviate (quante vite andranno perse a causa di questo?)
Mi fermo qui perché mi viene voglia di piangere. Concluderò con una semplice domanda che credo dovremmo porci tutti (preferibilmente nel cuore della notte, da soli e guardandoci allo specchio): ne è valsa la pena? Per combattere una malattia che ha un tasso di mortalità dello 0,09%? Oppure, per essere ancora più provocatorio, mi chiedo, la povertà è davvero l’unico modo per combattere un virus che nel 99% dei casi non è letale?
INFODEMIA
Come si è convinta la maggioranza delle persone che dobbiamo cancellare i diritti costituzionali, lasciare che i funzionari governativi governino per decreto, devastare l’economia (o almeno le piccole e medie imprese), permettere a delle multinazionali di censurare qualsiasi dissenso, costringere tutti a indossare mascherine chirurgiche, mettere agli arresti domiciliari intere società, terrorizzare psicologicamente i bambini e trasformare il pianeta in una società paranoica e totalitaria a causa di un virus che ha un tasso di mortalità dello 0,09%?
La risposta breve è la paura! Paura, paura, paura! La paura è il grande ostacolo che blocca tutti gli altri sentimenti. Non c’è amore dove c’è paura, non c’è ragionamento, nessuna chiarezza mentale, nessuna razionalità, nessun coraggio. La paura distrugge la psiche delle persone e genera incapacità di ragionare. È il modo più efficace per far cadere i diritti di un popolo, perché solo la paura fornisce masse non più lucide, confuse, spaventate e quindi disposte a fare qualsiasi cosa, ad accettare qualsiasi cosa. La più grande pandemia a cui abbiamo assistito negli ultimi nove mesi è stata una pandemia di paura e panico. Ed è stata diffusa dai cosiddetti media mainstream, la grande fonte del terrore.
L’informazione di massa hanno cercato di spaventarci in ogni modo possibile (e nella maggior parte dei casi ci sono riusciti) utilizzando raffinate tattiche e tecniche per creare angoscia, terrore, pessimismo, scoraggiamento, rassegnazione e soprattutto divisione tra esseri umani isolati nella loro paura del buio.
L’idea fondamentale di queste tecniche è controllare la “percezione” della situazione. In altre parole, come la situazione reale viene “accolta” dai soggetti. Questa “percezione” è manipolata ad arte attraverso l’uso di queste tecniche.
Queste tecniche sono ben conosciute da persone che (come me) hanno studiato il campo della comunicazione, in particolare la pubblicità, o il lavoro di Edward Bernays (un nipote di Freud e padre della moderna propaganda di massa). Dovrebbero anche essere riconoscibili da qualsiasi storico serio visto che, innumerevoli volte, sono state usate dalla macchina di propaganda dei regimi totalitari nel corso della storia. Mi limito a segnalare le tecniche più comuni (i nomi sono mie traduzioni dall’Inglese):
- Propaganda ad nauseam: questo tipo di propaganda si basa sul potere della ripetizione. Come notoriamente disse Joseph Goebbels (ministro della Propaganda della Germania nazista): “Ripeti una bugia abbastanza spesso e diventa la verità”. Nel caso del Covid abbiamo un’informazione martellante: almeno due bollettini di guerra al giorno.
- Impilaggio di carte: presentare informazioni selettive per dipingere una narrazione incompleta e scorretta per influenzare le persone. Un chiaro esempio di ciò è l’intera discussione e la confusione volutamente creata sulla differenza tra le persone che sono morte “di Covid” e le persone che sono morte “con Covid” (un’enorme differenza dal punto di vista medico e statistico). Ciò non solo ha permesso di nascondere i numeri reali della crisi, ma ha anche creato un perenne stato di confusione e paura. Un altro esempio di “impilaggio di carte” è il fatto che ogni notiziario inizia affermando il numero di nuovi “casi”, tralasciando il fatto che tutto ciò che “nuovi casi” significa sono persone risultate positive al test PCR (un test altamente impreciso come abbiamo visto nella prima parte di questo articolo). Non significa che la persona sia malata né che abbia sintomi. Un altro esempio è il fatto che il più delle volte vengono annunciati i numeri dei nuovi casi e dei decessi, ma solo raramente (o come notizia di fondo) vengono comunicati i numeri di asintomatici e di persone guarite dalla malattia.
- Generalità scintillanti: impiega parole forti e slogan per lasciare un impatto sul pubblico che riceve il messaggio. In Italia abbiamo avuto “Andrà tutto bene”, nei paesi di lingua inglese “Siamo tutti sulla stessa barca”, in Cina “Maschera o respiratore, devi riflettere e sceglierne uno dei due” solo per fare qualche esempio (ce ne sono molti altri).
- Testimonianza: utilizzare figure note o credibili per influenzare il pubblico. Quanti cantanti, star di Hollywood e personalità dello sport abbiamo visto ripetere come pappagalli la narrazione ufficiale, invitando la popolazione a “restare a casa” (ovviamente dal comfort delle loro ville dotate di piscine, ampi giardini e saune svedesi)?
- Insulti: la propaganda degli insulti si basa sul denigrare l’opposizione con tutti i mezzi retorici necessari. Nel caso del Covid chiunque avesse osato fare domande o contraddire la narrativa ufficiale è stato immediatamente accusato di essere un “cospirazionista”, un “fascista”, un “anti-vaxxer”, un “criminale”, un “sovversivo”, un “pazzo “, un” pericolo per sé e per gli altri “e così via. Questo aiuta a coprire ed emarginare qualsiasi forma di dissenso.
Insomma, la comunicazione intorno alla crisi del Covid si basa sull’approccio del “peggiore dei casi possible”, sulla confusione, l’esagerazione, la frenesia e la perdita della ragionevolezza che diffonde la paura del contagio e della morte.
La paura è diventata virulenta e contagiosa; il buon senso, la ragione e la capacità critica di valutare i dati per ciò che mostrano sono andati perduti. Purtroppo il ragionamento e il buon senso non sono contagiosi (essendo virtù di pochi).
La condotta della maggior parte dell’informazione di massa, secondo i termini di legge, è chiamata “Procurato Allarme” ed è punibile con la reclusione. Spero sinceramente di vedere quel giorno!
FINE DELLA SECONDA PARTE
Nella TERZA PARTE, la parte finale di questo articolo, discuteremo la questione più urgente di tutte: cui prodest? Vedremo chi sono i vincitori di questa situazione (perché state certi ci sono dei vincitori, ci sono sempre), come la risposta politica alla pandemia ha prodotto uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza nella storia e le possibili conseguenze di questo negli anni a venire (ciò che io chiamo il nuovo feudalesimo capitalista).
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